«La notte è il momento più scuro di tutta la giornata, ma al contempo è grazie ad essa che aspiriamo alla luce»: è con queste parole che Jamie, una delle nuove leve della scena italiana più apprezzate dalla critica ci introduce a “Mostri”, il suo nuovo singolo che lo vede al fianco del cantautore urban pop per eccellenza in Italia, Ethos.
Un’immersione profonda nel cuore e nell’anima dei due giovani artisti che si aprono in modo crudo e sincero, trasformando i “Mostri” interiori in una fonte di ispirazione, un’ancora, una scialuppa di salvataggio che attraversa il tumultuoso oceano del dolore per consentirci di crescere e realizzarci come individui in una società ancora troppo omologata.
Dall’insonnia all’incapacità di amarsi, passando per la forte necessità di venire apprezzati da chi ci circonda, Jamie ed Ethos dipingono in poco meno di 3 minuti una serie di tematiche diverse unite dal filo conduttore del dolore di chi le vive, su una preziosissima tela musicale, suggestiva e malinconica, tessuta e intrecciata dalla genialità creativa di Thierry (già per Piccolo G, Federica, Venz).
Fin dai primi accordi, il brano cattura mente ed anima, guidando l’ascoltatore in un’atmosfera che non concede un istante di respiro.
Jamie intraprende il viaggio con rime affilate, raccontando il suo risveglio con un senso di vuoto, un profondo disagio che nei passaggi «Ho amato anche il mio nemico e finisce che mi odia pure mio fratello qui» e «Non dormo nemmeno di notte, ho dei demoni nella mia fronte», dà voce ad un testo che non può non essere scritto con il sangue e cantato con il cuore. L’artista riflette sulle sue battaglie e sull’amore che ha condiviso con i suoi “Mostri”, sottolineando che è giunto il momento di lasciarli andare, riconoscendo a se stesso una sorta di catarsi, di liberazione interiore. Una redenzione dalla lotta con se stessi che nella seconda strofa viene ripresa da Ethos, le cui liriche toccanti, riconoscono nel bisogno di affetto e approvazione la chiave per debellare i propri demoni – «Non mi sono mai sentito amato, ma non sai quanto mi sono odiato». Ma nell’elegante fragilità di spogliare la propria anima da maschere e corazze – che si concretizza nella frase «Non sono in grado» -, il pezzo si conclude con una nota di speranza, nel desiderio di essere ricordato e nel riconoscimento del valore dell’amore e dell’amicizia.
Ed è così che Tutti quei “Mostri”, inizialmente percepiti come subdoli e incurabili, assumono la forma di piccoli e grandi traguardi da raggiungere e superare, perché come gli stessi artisti affermano:
«Di fatto, è grazie al dolore che si cresce, anche se a volte preferiremmo non aver bisogno di maturare. Per questo, dobbiamo imparare ad amare anche i nostri stessi demoni, rifugiandoci nelle nostre passioni e nei nostri sogni. Noi, lo facciamo nella musica».
“Mostri” risuona come una dichiarazione d’amore per i propri demoni e, al tempo stesso, come una lettera d’addio ad un mondo che non è stato in grado di proteggerli. La musica si fonde con le parole, creando una dimensione sospesa che abbraccia il dolore per convertirlo in rinascita.
«Sono molto grato ad Ethos ed a Thierry per questo brano – conclude Jamie –. Hanno entrambi contribuito a tirare fuori da me tutto ciò che altrimenti sarei stato costretto a mantenere strozzato nella gola. Voglio dire a tutti coloro che stanno passando un brutto periodo e si sentono rappresentati da questa canzone che non sono gli unici, ma sono unici. Tutti noi lo siamo, con i nostri punti di forza e i nostri “Mostri”».
Con questo singolo, Jamie ed Ethos ci ricordano che nessuno di noi è mai solo e che spesso, quelli che oggi etichettiamo come “Mostri”, domani potrebbero rivelarsi i più preziosi insegnamenti della nostra vita.